http://www.corriere....67cbbafcc.shtml
D’altra parte nel rapporto si parla addirittura della possibilità che «i download e lo streaming illegale possano favorire la vendita legale di alcuni prodotti, come i giochi». Solo alcuni particolari prodotti come i cosiddetti film «blockbuster» subirebbero un effetto distorsivo dalla pirateria (addirittura però del 40 per cento).
Nelle conclusioni si legge che «i risultati non mostrano solide evidenze statistiche relativamente ad eventuali danni alle vendite causate dalle violazioni online di copyright». Certo, prosegue la ricerca, «questo non significa necessariamente che la pirateria non abbia alcun effetto, ma semplicemente che l’analisti statistica non permette di dimostrare tale legame con sufficiente correlazione da dire che un effetto c’è». Sul blog, però, Reda sottolinea che studi come questi sono «fondamentali quando bisogna discutere sulle normative riguardanti il diritto d’autore, perché spesso si ha il pregiudizio che la pirateria compromette il fatturato dei detentori dei diritti d’autore». Criticando il comportamento della Commissione Europea con lo studio di Ecorys, e la sua riluttanza a pubblicarne le conclusioni. A onor del vero, l’anno scorso la Commissione ha pubblicato altri studi simili sulla pirateria: in uno di questi veniva sottolineato come ci fossero prove sull’influenza della pirateria sulle vendite dei film, ma non sulle vendite di opere musicali, libri digitali o videogiochi. Certo, meglio che averlo insabbiato. Ma dimenticarsi uno studio commissionato e pagato non assolve la Commissione.
lo studio completo
https://netzpolitik....ement_study.pdf