Informazioni
- Produttore: Bethesda Softworks
- Sviluppatore: Arkane Studios
- Genere: gioco d'azione fantascientifico in prima persona
- Piattaforme: Playstation 4, Xbox One, PC
- Motore Grafico: CryEngine
- Data d'uscita: 5 maggio 2017
Arkane Studios, il team che ha realizzato l'acclamata serie di Dishonored, darà vita al nuovo Prey, un gioco d'azione fantascientifico in prima persona che reinventa il franchise... aggiungendo un risvolto psicologico.
Vestirete i panni di Morgan Yu, oggetto di una serie di esperimenti di dubbia moralità fatti con lo scopo di migliorare la razza umana. Risvegliandovi a bordo della Talos 1 nel 2032, dovrete scoprire i segreti celati nel cuore della stazione spaziale mentre una misteriosa forza aliena vi dà la caccia. Dovete affidarvi agli strumenti che riuscirete a trovare nella stazione, e alla vostra intelligenza, alle vostre armi e ad abilità incredibili per combattere l'onnipresente minaccia e, forse... riuscire a sopravvivere. Date un primo sguardo al nuovo Prey nel trailer cinematografico di annuncio. Il gioco è in sviluppo presso la sede di Austin di Arkane Studios.
RECENSIONE | VOTO: 8.8
Talos I è un'immensa stazione spaziale che fluttua mollemente attorno alla Luna, un'imponente massa metallica sospesa nei cupi recessi del cosmo. Simbolo di una corsa allo spazio che non ha mai conosciuto freni, mito di un progresso inarrestabile, è la base operativa della TranStar, una tentacolare corporazione che la utilizza per le proprie ricerche. Nel ventre freddo della stazione tecnici e scienziati studiano da vicino la composizione molecolare dei Typhon -organismi alieni pericolosi e ostili- con l'obiettivo di produrre i Neuromod, degli innesti cerebrali che permettono di migliorare le capacità dei soggetti in cui vengono impiantati.
È proprio all'interno di Talos I che si "risveglia" Morgan Yu, il protagonista di Prey, dopo un incipit enigmatico e destabilizzante. Sfuggito per caso ad un test dagli scopi inizialmente non chiari, Morgan scoprirà che i sistemi di contenimento dei soggetti sperimentali hanno fallito, e i Typhon hanno infestato così tutte le divisioni della struttura.
Come gangli neurali tumefatti -nere metastasi di un male alieno- si estendono negli hangar di carico e nelle sale del supporto vitale, schifosi e inafferrabili. I loro corpi fibrosi assomigliano a neuroni marcescenti; si muovono a scatti, come se fossero pervasi da un inarrestabile tremore astrale, e riescono ad agire sull'etere psicoattivo per cambiare la percezione che il cervello umano ha di loro, apparendo come innocui oggetti comuni.
Considerate queste premesse, è normale che le prime ore passate in compagnia di Prey risultino decisamente ansiogene, quasi soffocanti: come se fossimo di fronte ad un angoscioso horror spaziale. Le fasi iniziali dell'avventura, del resto, ribadiscono la volontà di scuotere il giocatore, distruggendo con rigore tutte le sue certezze, e lasciandolo in una condizione di perenne sospetto. Proprio perché i Neuromod hanno in qualche maniera interferito con la sua memoria, il protagonista deve procedere a tentoni, tentare di ricostruire l'accaduto, capire se fidarsi del fratello Alex o delle intelligenze artificiali che dicono di esser state programmate proprio da Morgan, prima dell'amnesia. L'avvio di Prey, insomma, è di quelli forti, d'impatto, capace di ribadire senza mezzi termini quanto contino narrazione e contesto nell'economia dell'ultima produzione di Arkane Studios.
Eppure il gioco non si ferma certo qui: cresce, cambia volto, evolve con una costanza quasi impensabile, andando ad esplorare con estrema lucidità tutti i registri della science fiction, e soprattutto divertendosi a recuperare un canone ludico che era sparito dalle scene dopo l'ultimo Bioshock. Partito come un evidente tributo alle avventure in prima persona di Valve, Irrational Games e Looking Glass Studios, Prey finisce per essere molto di più: non solo un erede di questo paradigma, ma un nuovo vertice; un'opera capace di lasciare il suo segno, meraviglioso e indelebile.
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INTERVISTA AD ARKANE STUDIOS
Al Quakecon di Dallas abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il team al lavoro su Prey, per scoprire qualche interessante dettaglio sul prodotto.
Arkane Studios è un nome che suonerà familiare a molti tra voi, magari perché lo associate ai due Dishonored, al nuovo Prey, oppure perché siete appassionati di vecchia data e conoscete lo studio francese fin dalle sue origini. Non molti sanno infatti che il team di sviluppo che ha dato i natali a Corvo Attano è sulla scena dal 1999, fondato in quel di Lione con un obiettivo: creare un degno successore di Ultima Underworld: The Stygian Abyss.
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ROAD TO PREY: ALLA SCOPERTA DELLE PIÙ INQUIETANTI SPACE OPERA
L'oscurità opprimente, la consapevolezza che solo pochi centimetri di metallo vi separano dal vuoto dello spazio profondo. Ogni minimo rumore viene amplificato dall'eco sinistro di lunghi corridoi avvolti da una penombra tutt'altro che rassicurante. Un tarlo consuma la vostra mente insinuandosi con lucida ferocia: avete la certezza di non essere soli e non c'è modo di fuggire. Potete solo nascondervi, per chissà quanto. Tutto appare immobile, quieto. Sin troppo. Una sensazione di cupa angoscia striscia sotto pelle. Vorreste gridare con tutte le vostre forze, spezzare l'innaturale silenzio per chiedere aiuto, per esorcizzare la paura. Nello spazio, però, nessuno può sentirvi urlare.
Lo sappiamo, è uno dei mantra dell'epica spaziale, portato magistralmente sul grande schermo da Ridley Scott. Basta il giusto mix di pochi topoi per toccare le corde giuste e instillare nello spettatore quelle sensazioni angosciose che abbiamo appena descritto. La minaccia non è mai esplicitata, se non attraverso rilevatori di movimento e solo al culmine di uno stato tensivo alimentato con costanza.
L'orrore appare inarrestabile e totalmente "interiorizzato": ciò che non si vede è ben più spaventoso di ciò che è, invece, palese e (potenzialmente) contrastabile. Infine, luoghi claustrofobici e lontani anni luce da qualsiasi speranza di salvezza completano un quadro ansiogeno dal fascino sempre irresistibile. Prey, in arrivo tra pochi giorni, punta a replicare esattamente queste atmosfere, facendo muovere l'intera vicenda proprio attorno a quei cardini che abbiamo appena ricordato. L'ultima fatica di Arkane, però, cerca di andare oltre mescolando elementi ucronici, un pizzico di teoria delle stringhe e un deciso tocco di fantascienza "classica". Non dobbiamo dimenticare, ovviamente, l'importante componente psicologica: rinunciare alla propria umanità ricorrendo agli innesti per combattere l'incubo ad armi pari oppure no? Per calarci al meglio nelle cupe atmosfere della stazione spaziale Talos-1 e in attesa di perderci nel suo dedalo di corridoi e stanze riccamente arredate in stile art decó, abbiamo deciso di rispolverare qualche opera iconica del genere. Come sempre, attraverso una visione "transmediale".
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