Il primo autografo dei pochi che ho chiesto in vita mia lo chiesi a Christopher Lee. Avevo 13 anni e l'incontro con questo signore altissimo, elegantissimo, gentilissimo rappresentò per me un momento di esaltazione assoluta.
Come è stato giustamente scritto in molti post commemorativi, non si trattava di un "semplice" attore, ma di un autentico monumento umano. Tra le tante rubriche imperdibili della rivista Empire c'è il "Movie Mastermind": attori e registi vengono sottoposti ad un quiz difficilissimo di 10 domande sulla propria carriera. Ebbene, Christopher Lee detiene ad oggi il record per il punteggio più alto tra gli attori (9.5) a pari merito con Ben Kingsley, che però ha interpretato qualcosa come150 film in meno!
Non si tratta certo del titolo più celebrato della sua sterminata e prestigiosa filmografia, ma mi sono ritrovato a pensare a La Casa delle Ombre Lunghe, un piccolo film reso memorabile semplicemente dal piacere di vedere i quattro strepitosi protagonisti (oltre a Christopher Lee ci sono John Carradine, Vincent Price e il sodale Peter Cushing) palleggiarsi le battute e disputarsi le inquadrature. Forse eccederò in sentimentalismo, ma il pensiero che magari, chissà, questo formidabile quartetto si sia riunito da qualche parte mi ha reso più digeribile questa tristissima notizia.