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Difficile - SPECIALE

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Questa discussione ha avuto 80 risposte

#16
albyok

albyok
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Articolo ottimo.

Per far breve il mio pensiero, secondo me in un gioco che fa forte leva sul gameplay, ci deve essere una costante sensazione di pericolo. Di tensione. Sì, ci si può rilassare ai videogiochi, ma non prendiamoci in giro. Il videogioco deve coinvolgere attivamente. Niente come la saga dei Souls / Bloodborne mi ha fatto provare quell'adrenalina, soprattutto con i boss, vero e proprio sunto di questa mia richiesta.

#17
dino75

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secondo me non è tanto la taratura della difficoltà è che molti (troppi) giochi hanno una natura dispersiva del gameplay tipo Batman o GTA in qualche modo anche un giocone come TW3...si odio il gwent!



#18
unLestoFante

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Forse perché non ho toccato buona parte dei titoli citati ad esempio* ma non capisco quale sia il problema, ma poi, sicuri che questo ritorno alle origini non sia in fondo null'altro che una moda altro che "veri appassionati"?

Secondo me la passione i più la vedono dove gli pare, meglio se in qualcosa di affine.

Da porca miseria giocatore di lungo corso pure io, noto che il cervello spesso il giocatore lo mette/crede che ci sia o meno per partito preso, a seconda di dove colloca il titolo tra i "buoni" o i "cattivi".

 

 

 

*AC II mollato per noia, colpa mia che ci sono cascato, Bioshock mollato perché mi son fatto prendere da altro, mi pare solo questi.



#19
Sole.

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L'articolo è gustosissimo e scritto da Dio.

 

Io sono un po contrario a questa tendenza ma per un semplice motivo chiamato "tempo". Ho a grandi linee 2/3 sere a settimane per giocare, i titoli che mi interessano son tanti e alcuni immensi (the witcher su tutti). Quindi si, apprezzo alcuni giochi diciamo impegnativi, ma mi rendo anche conto che il top del successo commerciale ce l'hanno quelli che ti permettono un settaggio della difficoltà (che è in assoluto il gesto democratico che più adoro) come appunto the witcher.. o anche giochi che onestamente non sono poi così complicati (gta5).



#20
Francesco Serino

Francesco Serino
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@Fenderman89
Forse avrei dovuto spiegarlo più approfonditamente, sono molto contento che tu abbia sottolineato quel che ripeto più volte nel pezzo: difficoltà equivale anche a profondità. Difficile non è solo ciò che ti frusta la schiena, come Bloodborne per esempio, ma è un insieme di cose che ogni tanto ti fa fermare in un angolo e pensare. Anche The Witcher 3 è difficile: è profondo, è intelligente, e non è certo hardcore come un gioco From Software. Eppure a leggere certi commenti, vedo persone che non capiscono le più semplici meccaniche. Adoro quelli che mi dicono "non sono ancora stato a Novigrad perché serve il pass", ma il pass serve solo per passare su uno dei numerosi guadi liberi, ci si può persino gettare in acqua e nuotare fino alla riva opposta due metri più in là. Il solo fatto che molta gente nemmeno ci provi, vuol dire che siamo abituati al nulla.

@Silver89
Vale lo stesso discorso in piedi con Fenderman. Difficile non è solo l'insormontabile. Difficile è l'impegno, la logica, la complessità di un'opera. E poi ritengo che nessuno di noi abbia il diritto di finire un gioco solo perché lo ha comprato. Ma chi ci crediamo di essere? Come non abbiamo il diritto di trovare tutti i contenuti con lo schiocco delle dite. Avere la certezza di sapere dove iniziano e finiscono i contenuti secondari, equivale a distruggere metà della bellezza di un gioco esplorativo. Accettare tutte le quest di un gioco di ruolo perché è così che sono abituato a fare, è una bella [Censura], che nasce da WOW e che si è estesa in tutti i giochi, anche quelli single player.

@Maxter85
Rendere accessibile Bloodborne, e altri giochi così complessi, è il primo sbaglio che si è fatto in passato e che ci ha portato fino a qua. Sono tutti liberi di fare un gioco facile e renderlo difficile per chi ha questa necessità, ma non si può fare il contrario e sai perché? Perché non funzionerebbe più la leggenda, non funzionerebbe più la narrativa che si viene a creare tra i giocatori. Anche oggi, a distanza di oramai un bel po' di settimane, sono pochi quelli che conoscono tutti i segreti del gioco From Software, e questo alimenta carattere e caratteristiche dell'opera, all'infinito. Giocare in questo modo, è come essere spettatori di un numero di magia conoscendone tutti i trucchi. Invece il dietro le quinte, almeno inizialmente, dovrebbe essere precluso.


#21
Francesco Serino

Francesco Serino
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Scusate i typo da tablet

#22
Francesco Serino

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L'articolo è gustosissimo e scritto da Dio.

Io sono un po contrario a questa tendenza ma per un semplice motivo chiamato "tempo". Ho a grandi linee 2/3 sere a settimane per giocare, i titoli che mi interessano son tanti e alcuni immensi (the witcher su tutti). Quindi si, apprezzo alcuni giochi diciamo impegnativi, ma mi rendo anche conto che il top del successo commerciale ce l'hanno quelli che ti permettono un settaggio della difficoltà (che è in assoluto il gesto democratico che più adoro) come appunto the witcher.. o anche giochi che onestamente non sono poi così complicati (gta5).


Ma questo perché ti senti costretto "a finirli". Una partita a Xcom in modalità iron man può durare anche un'ora, o pochissimi giorni, e lo fa senza perdere la sensazione di aver vissuto qualcosa di grande, impegnativo e wow, divertente e appagante. Lo stesso vale con DayZ: ti fai un personaggio e vedi tu che fare, quando devi tornare a studiare o a lavorare ti puoi persino suicidare e rimanere in pieno role playing. Ti sembra una stronzata? E invece sono certo che partite simili rimangano scolpite nei nostri ricordi molto più di tante campagne lineari.

Poi oh, lunga vita ai giochi in cui "non ci voglio pensare" e "non voglio sbattermi più di tanto", solo che non devono fagocitare tutto il resto, specialmente se poi la scusa è una bufala.


#23
Sole.

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Ma questo perché ti senti costretto "a finirli". Una partita a Xcom in modalità iron man può durare anche un'ora, o pochissimi giorni, e lo fa senza perdere la sensazione di aver vissuto qualcosa di grande, impegnativo e wow, divertente e appagante. Lo stesso vale con DayZ: ti fai un personaggio e vedi tu che fare, quando devi tornare a studiare o a lavorare ti puoi persino suicidare e rimanere in pieno role playing. Ti sembra una stronzata? E invece sono certo che partite simili rimangano scolpite nei nostri ricordi molto più di tante campagne lineari.

Poi oh, lunga vita ai giochi in cui "non ci voglio pensare" e "non voglio sbattermi più di tanto", solo che non devono fagocitare tutto il resto, specialmente se poi la scusa è una bufala.

diciamo che la risposta che hai dato a Fenderman89 mi ha fatto rivalutare la mia risposta. Soprattutto sul concetto che difficile è anche qualcosa che ti fa "pensare" come procedere. E su questo allora son d'accordo al 100%.

 

sulla questione del finirli, è che a me piacciono molto i giochi single player con storia. E questo non è che mi fa sentire costretto a finirli ... lo voglio proprio fare.


Modificata da Sole., 10 June 2015 - 03:56 PM.


#24
kwak

kwak
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Complimenti per l'articolo, sono parzialmente in accordo, il che significa anche parzialmente in disaccordo.
Secondo me si tende solitamente a generalizzare e a confondere profondità di gameplay con difficoltà del gioco.
Ho giocato a demon souls, ho finito bloodborne (che con un pò di farming non ho trovato così difficile) e mi sono piaciuti moltissimo, ma non per questo no ho apprezzato the order che chiaramente aveva caratteristiche ed intenti differenti. Come in passato ho giocato e rigiocato Heavy Rain che ho trovato bellissimo e anche Beyond two souls.
Certe volte fatico a capire gli estremismi del tipo difficile=bello, molto difficile=bellissimo, semplice=schifezza.
Onestamente preferisco parlare della qualità del gioco più che della difficoltà in se, ci sono storie che pur facili danno emozioni e immedesimazione pazzesche (vedi Heavy rain imho), e giochi che invece fanno della difficoltà la loro principale caratteristica (ad esempio i solus)
Non significa che non possano coesistere. Io gioco a The Witcher a difficoltà media e mi ci diverto tantissimo, Dovrei divertirmi di meno solo perchè qualche bimbominkia mi considera pippa e si lamenta del fatto che non abbiano lasciato solamente la difficoltà marcia della morte??? ma perche?!?!
Per la cronaca, Ho 41 anni e gioco ai videogiochi da quando erano due sticelle che si muovevano sul televisore...


Modificata da kwak, 10 June 2015 - 04:02 PM.


#25
Francesco Serino

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@Sole
Rispetto tutte le opinioni e i punti di vista.
Però la tua mi fornisce un altro argomento: la trama di un videogioco dovrebbe essere scritta intorno a un gameplay e non viceversa. Per esempio, io adoro State of Decay, secondo il miglior gioco di zombie mai creato, e State of Decay non ha una trama complessa ma comunque molto buona, con degli snodi importanti e un climax di tutto rispetto. State of Decay funziona e ha senso anche quando perdi, e se vinci la trama non è solo il prestabilito, ma il prestabilito più le nostre personalissime esperienze che cambiano drasticamente da giocatore a giocatore.

@Kwak
Difficoltà è anche complessità, e complessità è anche profondità. Nei videogiochi secondo me sono concetti legati, specialmente oggigiorno. E aggiungo una cosa importante: io non sto imponendo quel che deve piacere, ma sto prendendo atto che il cambio nei gusti del pubblico è già in corso.
The Witcher 3 non va giocato al livello di difficoltà più difficile, perché è sbilanciato. The Witcher 3 con il penultimo livello di difficoltà e togliendo i punti di interesse dalla mappa però è tutt'altra bestia che a normale e con le mappe zeppe di punti esclamativi e interrogativi. Io non voglio che tu ti annoi, io voglio esaltare il sapore della pietanza, prendendo sempre in considerazione il divertimento. Per esempio, non ti consiglio di eliminare la minimappa, come fanno certi estremisti, ma solo perché non è possibile navigare ottimamente senza di essa. Se avessero messo una segnaletica vera, forse le cose sarebbero diverse. ;)



#26
Lokunthor

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Complimenti per l'articolo, sono parzialmente in accordo, il che significa anche parzialmente in disaccordo.
Secondo me si tende solitamente a generalizzare e a confondere profondità di gameplay con difficoltà del gioco.
Ho giocato a demon souls, ho finito bloodborne (che con un pò di farming non ho trovato così difficile) e mi sono piaciuti moltissimo, ma non per questo no ho apprezzato the order che chiaramente aveva caratteristiche ed intenti differenti. Come in passato ho giocato e rigiocato Heavy Rain che ho trovato bellissimo e anche Beyond two souls.
Certe volte fatico a capire gli estremismi del tipo difficile=bello, molto difficile=bellissimo, semplice=schifezza.
Onestamente preferisco parlare della qualità del gioco più che della difficoltà in se, ci sono storie che pur facili danno emozioni e immedesimazione pazzesche (vedi Heavy rain imho), e giochi che invece fanno della difficoltà la loro principale caratteristica (ad esempio i solus)
Non significa che non possano coesistere. Io gioco a The Witcher a difficoltà media e mi ci diverto tantissimo, Dovrei divertirmi di meno solo perchè qualche bimbominkia mi considera pippa e si lamenta del fatto che non abbiano lasciato solamente la difficoltà marcia della morte??? ma perche?!?!
Per la cronaca, Ho 41 anni e gioco ai videogiochi da quando erano due sticelle che si muovevano sul televisore...

 

Heavy Rain e Beyond che citi imho sono un discorso a parte, parliamo di esperienze cross-mediali (passami il termine) che con la difficoltà non c'entrano nulla, mentre The Order, che ho comunque apprezzato per certi versi, francamente non rappresenta per nulla una sfida anche al livello più difficile, e questo per un tps tutto sommato molto classico nell'approccio trovo sia un grosso difetto (non considerando poi la rigiocabilità praticamene nulla, anche per via del livello di difficoltà).



#27
Sole.

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Complimenti per l'articolo, sono parzialmente in accordo, il che significa anche parzialmente in disaccordo.
Secondo me si tende solitamente a generalizzare e a confondere profondità di gameplay con difficoltà del gioco.
Ho giocato a demon souls, ho finito bloodborne (che con un pò di farming non ho trovato così difficile) e mi sono piaciuti moltissimo, ma non per questo no ho apprezzato the order che chiaramente aveva caratteristiche ed intenti differenti. Come in passato ho giocato e rigiocato Heavy Rain che ho trovato bellissimo e anche Beyond two souls.
Certe volte fatico a capire gli estremismi del tipo difficile=bello, molto difficile=bellissimo, semplice=schifezza.
Onestamente preferisco parlare della qualità del gioco più che della difficoltà in se, ci sono storie che pur facili danno emozioni e immedesimazione pazzesche (vedi Heavy rain imho), e giochi che invece fanno della difficoltà la loro principale caratteristica (ad esempio i solus)
Non significa che non possano coesistere. Io gioco a The Witcher a difficoltà media e mi ci diverto tantissimo, Dovrei divertirmi di meno solo perchè qualche bimbominkia mi considera pippa e si lamenta del fatto che non abbiano lasciato solamente la difficoltà marcia della morte??? ma perche?!?!
Per la cronaca, Ho 41 anni e gioco ai videogiochi da quando erano due sticelle che si muovevano sul televisore...

Mi sa che la pensiamo davvero nello stesso modo in questo ambito, su tutto

 

@Sole
Rispetto tutte le opinioni e i punti di vista.
Però la tua mi fornisce un altro argomento: la trama di un videogioco dovrebbe essere scritta intorno a un gameplay e non viceversa. Per esempio, io adoro State of Decay, secondo il miglior gioco di zombie mai creato, e State of Decay non ha una trama complessa ma comunque molto buona, con degli snodi importanti e un climax di tutto rispetto. State of Decay funziona e ha senso anche quando perdi, e se vinci la trama non è solo il prestabilito, ma il prestabilito più le nostre personalissime esperienze che cambiano drasticamente da giocatore a giocatore.

 

Cavoli.. ora mi banni, ma non ho mai giocato a State of Decay.. quindi ovviamente non posso capire bene il tuo discorso, ma credo di aver intuito il senso. Mi trovi in accordo sulla questione gameplay, assolutamente. Io infatti prima pensavo solo alla difficoltà nuda e cruda. 



#28
Bardialongo

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Bravo, mi ritrovo perfettamente nell'analisi...Alcuni titoli, come quelli di Quantic Dream, che sono votati ad essere una ""graphic novel"" li trovo perfettamente coerenti (e li apprezzo molto), mentre spero che titoli come The Order 1886, che purtroppo rientrano nella stessa categoria, diventino un caso sempre più raro. Non vorrei però schierarmi dalla parte di quelli che dicono "Mi basta il gameplay, se poi ho i cubi di minecraft sullo schermo, me ne frego" perchè anche l'occhio vuole la sua parte. Andando avanti col citare i titoli che hai citato nell'articolo, Bloodborne credo sia la sinergia perfetta, ti fa mangiare le mani se ti concedi un affondo di troppo, ma ti lascia anche a bocca aperta davanti a certi scorci. Credo che una serie in cui si è visto in modo plateale questo cambio di direzione è stato Prince of Persia, dove da arrampicate epiche con tripli salti carpiati per sfuggire agli attacchi di orde di mummie, ti ritrovi a schiacciare la X per tutto il tempo perchè è il tasto universale per saltare, afferrare, correre e attaccare.

#29
fenderman89

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@Fenderman89
Forse avrei dovuto spiegarlo più approfonditamente, sono molto contento che tu abbia sottolineato quel che ripeto più volte nel pezzo: difficoltà equivale anche a profondità. Difficile non è solo ciò che ti frusta la schiena, come Bloodborne per esempio, ma è un insieme di cose che ogni tanto ti fa fermare in un angolo e pensare. Anche The Witcher 3 è difficile: è profondo, è intelligente, e non è certo hardcore come un gioco From Software. Eppure a leggere certi commenti, vedo persone che non capiscono le più semplici meccaniche. Adoro quelli che mi dicono "non sono ancora stato a Novigrad perché serve il pass", ma il pass serve solo per passare su uno dei numerosi guadi liberi, ci si può persino gettare in acqua e nuotare fino alla riva opposta due metri più in là. Il solo fatto che molta gente nemmeno ci provi, vuol dire che siamo abituati al nulla.


Nono, si evinceva già chiaramente dall'articolo, tranquillo ;)
Semplicemente a me premeva sottolineare ulteriormente quell'aspetto in particolare, che per me ha rappresentato la debolezza principale del trend negativo degli ultimi anni. E che alle volte mi ha fatto guardare a determinati titoli serializzati all'estremo e infarciti di fuffa fumante con forte sdegno.
Me ne sono conseguentemente tenuto bene alla larga.
Orgogliosamente aggiungerei.
Rinnovo i complimenti per il pezzo!

#30
fenicebianca86

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la stessa idea di vedere streaming per carpire le mosse l'ho vissuta con sf4..stavo ore a vedere i grandi pro jappo darsele e vedere le combo o le mosse da usare per poi rifarle in game..mi è piaciuto molto questo tuo articolo, da giocatore anche io di vecchia data ho visto l'evolversi del game e condivido in pieno




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