In realtà le sub quest sono poche e di grande spessore ludico e narrativo. "Cult of Personality", "Neon Nights", "The Golden Ticket" e "The Harvester" (la famosa quest del killer dei potenziati) sono roba da manuale, con infiniti step, variabili e conseguenze anche a lungo termine sulla base delle scelte fatte.
Il fatto che il gioco si svolga quasi esclusivamente nell'hub Praga ha deluso anche me, ma questo ha consentito agli sviluppatori di creare un "piccolo open world" vivo, modulare e curato in pressoché ogni aspetto. Il confronto con gli hub di Human Revolution è impietoso; la quantità di segreti, dettagli e interazioni possibili (anche non scontate, in piena tradizione Deus Ex) è francamente impressionante. Per non parlare poi della ricercatezza estetica: mentre esploravo Praga in notturna mi sembrava di esser stato catapultato in un romanzo di Gibson.
L'unica vera pecca di Mankind Divided è la sezione finale della storia, la quale stona parecchio con ciò che il gioco aveva offerto nelle ore precedenti, con soluzioni scarne e un finale inconcludente circa il discorso che aveva trattato lungo tutto il gioco. Onestamente, penso che tale difetto sia riconducibile molto più ad una mancanza di budget che a una di idee.
Modificata da Torment, 18 August 2017 - 09:52 AM.