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Largo all'Avanguardia - SPECIALE

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Questa discussione ha avuto 28 risposte

#16
Ganonz

Ganonz
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Va anche detto però, per bacchettare un po' anche "voi", che anche i voti che vengono assegnati (ahimé, quasi sempre l'unico parametro letto) a certi sequel di sequel (di sequel di sequel) sono eccessivamente... sequel. Capisco anche che ci sia anche una questione di fondo difficile da districare. Si dà il voto al gioco in sé o al "sequel"? FIFA 15 viene valutato in base al fatto che è "FIFA 14, ma un pochino meglio" o in maniera stand-alone?


Quotone enorme soprattutto questa parte, anche se in linea di massima sono d'accordo con tutto il commento fatto da albyok.

Facile puntare il dito solo sull'utenza, molto più difficile scrivere un articolo dove si ammettono i propri errori.

Sono il primo a dire che l'utente finale è il principale responsabilità di questo trend videoludico, perché l'utente di queste ultime generazioni è schiavo dell'hype e perché non si ricorda che giusto l'anno prima una data software house gli aveva rifilato una zuppa di feci, fondamentalmente perché a questo giro gli propone una zuppa di feci in hd e quindi via di pre-order. Perché per difendere la "console di appartenenza" sarebbe disposto a vendere la propria madre e perché non riesce a dare il giusto peso alle parole.

Ma c'è anche l'altra parte della sponda, l'opinione di una data testata videoludica, che continua a premiare operazioni commerciali atte semplicemente a spennare sempre di più l'utente che poi si ritrova un prodotto mediocre. E se gli si fa notare che "forse certe considerazioni sono esagerate per PippoAssassino ver2000" o "forse è un po' esagerato premiare in un certo modo un gioco che è uguale all'anno scorso, solo con un po' di lustrini in più" (e qui mi fermo anche se si potrebbe andare avanti), subito viene alzato il muro del "la mia è un opinione come le altre".
Perché non ho ancora letto articoli su come effettivamente certe considerazioni fatte per un gioco, risultassero un tantino eccessive e che il gioco in questione, tutto sommato, non è sto granché..al contrario ho letto articoli dove si elogiava il proprio lavor sulla valutazione di un dato gioco, difendendosi dalle critiche dell'utenza che lo definiva "poverissimo di contenuti".

L'articolo è veramente ben fatto e concordo su praticamente tutto! Tuttavia manca una parte..

Modificata da Enrico Galassi, 17 November 2014 - 05:47 PM.


#17
denny96

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D'accordo su tutto tranne che sui preorder, molti siti offrono il "prezzo minimo garantito", mi è capitato spesso di ritrovarmi pezzi pregiati (edizioni da collezione) a prezzi vantaggiosissimi. E lo scambio? Con gli amici? Dalle mie parti esiste solo FIFA e COD, cosa dovrei scambiare? D:
Cmq bell articolo, everyeye mi/ci permette sempre di riflettere un po'.
Grazie!

#18
Marcello Baiguera

Marcello Baiguera
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Complimenti sinceri per un articolo che ha il coraggio di affrontare un argomento del genere...
Sì, complimenti, in quanto la "spinta a ragionare parlando del mondo vero" di noi giocatori e di tutti gli errori che possiamo fare "accecati dal mondo virtuale" (che sempre più è manipolato come tutto il resto dal marketing), oltre che a scatenare un dovuto plauso agli intenti e ragionamenti che il discorso racchiude (mi ci metto anch'io in quanto veramente d'accordo sui principali punti), potrebbe sollevare qualche ragionamento anche su chi di giochi parla e scrive ed è sempre "sul filo del rasoio" tra Informare e Pubblicizzare che sono 2 concetti ben diversi.
Parlando di Assassin's Creed Unity per esempio recente, trovo scandalosi i punteggi dati da molti portali di "informazione" video ludica nonostante la mole spropositata di bug presenti nel gioco. Se si vuol fare un'auto analisi sul giocatore medio, facciamo anche un'auto analisi dei portali informativi video ludici: di cosa vivono questi portali? Di pubblico. Il pubblico porta i numeri che consentono di avere sponsor paganti. Come si ottiene pubblico? Essendo "i primi" ad avere notizie, video e hands on sui giochi più attesi. Chi può dare ai portali informativi questi dati/anteprime? Le Software House produttrici di giochi. E cosa succede se un portale informativo comincia a dire la PURA VERITÀ sul valore di un gioco? Che se la verità lo stronca o ne parla male, la Software House potrebbe smettere di dare queste anteprime al portale che rischierebbe la perdita potenziale di pubblico (che è la sua moneta di scambio). Se così fosse, noi giocatori non avremo mai delle valutazioni sincere, ma mediate all'interno di un equilibrio "se du dai a me, io do a te". Quindi OK, noi giocatori dovremmo smettere di farci manipolare dal marketing, basta però che chi deve fare informazione la faccia in modo sincero e non faccia parte del famoso marketing che cerca solo di fregarci....

#19
Il Mattia

Il Mattia
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gli scambi tra videogiocatori non esistono più

 

e questo è un male



#20
Emiliano Montanari

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Articolo interessante, che però vede solo metà della Luna.

L'altra metá, non mi interessa quando ridondante vi appaia, è rappresentata dal vostro lavoro e dalle vostre responsabilità.

Iniziando dai voti, sì, che sono spesso eccessivamente generosi, che vediamo apparire negli spot TV nazionali con accanto la vostra rivista a certificarne il valore. Poi magari nel testo della recensione c'era una professionale analisi critica che lasciava molti dubbi all'acquisto....però, intanto....

Dipende anche da voi, anche per i toni epici con cui vengono date notizie che non sono nemmeno rumors e che clme rumors direbbero comunque poco o nulla, ma siccome riguardano un blasone, bisogna darle.

La verità è che le riviste di settore raramente si fanno carico di finalità educative o formative, quasi sempre assecondano le richieste e le attitudini del loro target, del loro pubblico. È questo crea una specie di macchina perpetua...

Non si torna indietro, la direzione intrapresa è irreversibile. La massa critica dell'utenza necessaria a sostenere la baracca si è ingigantita, la stessa massa che, allargandosi, abbassa le aspettative medie di qualità ed innovazione.



#21
aristidezam

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grazie, bel pezzo!



#22
Habardeen

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La verità è che le riviste di settore raramente si fanno carico di finalità educative o formative, quasi sempre assecondano le richieste e le attitudini del loro target, del loro pubblico. È questo crea una specie di macchina perpetua...

Non si torna indietro, la direzione intrapresa è irreversibile. La massa critica dell'utenza necessaria a sostenere la baracca si è ingigantita, la stessa massa che, allargandosi, abbassa le aspettative medie di qualità ed innovazione.



Interessante opinione.
In parte è sicuramente come dici, ma molto più spesso non c'è proprio nulla dietro a una recensione se non la passione di chi scrive. Nel bene e nel male.

Detto questo concordo in pieno sul fatto che bisognerebbe dare più spazio a "finalità formative", come le definisci. Come con questo pezzo (bravo Serino!), ma non solo: soprattutto andrebbe fatto in sede di recensione, mentre i quote che citi, beh. Quella è un'altra storia.

#23
Gidantribal

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Applausi a raffica :D

E date una medaglia a Serino.

#24
Francesco Serino

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Prima di tutto grazie davvero per l'ottimo feedback.

Il mio obiettivo naturalmente era il pubblico. Anche secondo me la cosiddetta stampa specializzata ha le sue grandi colpe, e infatti lo scrivo. Ma volevo e dovevo concentrarmi su un solo argomento, e questo argomento, per una volta siete voi.

Ma molte considerazioni che ho letto sono esatte, è un po' tutto l'apparato digerente dell'industria dei videogiochi a dover cambiare profondamente. Certo che... se nessuno legge più e guarda solo le figure, se basta un titolo famoso per spendere 70 Euro al buio (senza nemmeno sapere chi lo ha fatto e perché), se è solo il voto il codice binario a farvi propendere verso il sì o verso il no, allora siamo dalle parti dell'irrecuperabilità.

Io sui voti sono tranchant. Ma che pretendete? Che ogni seguito abbia di default un voto in meno? Quindi il decimo seguito di un gioco da dieci può avere solo zero... stupido no? Il fatto è che io li odio i voti, e odio discuterne.

Comunque non confondetemi (NON CI RIUSCIRETE!)
In questo articolo la colpa è del pubblico, solo pubblico :D
E al momento lo specchio non vomita una bell'immagine... vedo opinioni sconsiderate ovunque, vedo giudizi figli di 10 minuti di streaming (persino grafici! GRAFICI!), vedo Ubi[Censura] scritto ovunque e non leggo da nessuna parte cosa diavolo si prova a camminare in quella fottutissima Parigi virtuale, tra una rivoluzione che noi stiamo vivendo con le piaghe da degubito sul divano, saltellando tra monasteri insanguinati, teste umane da far diventare di cera e streghe al rogo... non leggo da nessuna parte delle sensazioni che si prova a giocare in questi fantastici contesti costruiti da zero, sviluppati col cuore in mano e facendosi un culo quadrato, perché ve lo assicuriamo noi e chiunque li abbia visti all'opera: si fanno il culo quadro.

Insomma, sento solo rumore, baccano, che travolge il rispetto e il buon pensare. Se l'industria dei videogiochi non rappresenta più il suo pubblico , è perché nemmeno il pubblico sa più scolpirla.








#25
Emiliano Montanari

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Tutto condivisibile.

E sai qual'è la cosa più tragicomica?

Che più si alza l'età media del videogiocatore più si abbassa la maturità media delle sue scelte (e dei suoi commenti)..

Forse il portafoglio vuoto forma il fanciullo più di quanto quello pieno faccia con l'"adulto"..

#26
Francesco Serino

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Tutto condivisibile.

E sai qual'è la cosa più tragicomica?

Che più si alza l'età media del videogiocatore più si abbassa la maturità media delle sue scelte (e dei suoi commenti)..

Forse il portafoglio vuoto forma il fanciullo più di quanto quello pieno faccia con l'"adulto"..


In questi casi secondo me c'è di mezzo la sindrome dell'annoiato. Un fatto di adulti che giocano oramai per inerzia, e che continuano a comprare lo stesso gioco che li ha fatto divertire magari 15 anni prima, pensando che quel divertimento si rinnovi ogni volta. Invece, ogni seguito spesso e volentieri è peggio del precedente, e comunque in ogni caso tutte le serie a un certo punto muoiono di vecchiaia.

E questo persone giocano per anni allo stesso gioco, ma in una versione sempre più brutta e meno ispirata, e finiscono per dire: "a me forse i videogiochi non mi piacciono più", quando in realtà non è un problema di gusti, ma proprio di videogiochi.

#27
xizro345

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Trovo l'analisi fin troppo semplicistica e superficiale. Tenendo conto che io non acquisto manco uno dei titoli considerati "il problema" perche' li ritengo porcherie o perche' genere che non mi interessa, la colpa e', se mi consente, al 100% di giocatori, 100% stampa (ma non nel senso di "venduti", tutt'altro, anzi, la questione e' diversa come diro' di sotto), 100% software house.

 

Partiamo da un presupposto fondamentale: io detesto l'hype. Anche titoli che mi interessano li osservo sempre con occhio molto critico, perche' la fregatura e' sempre dietro l'angolo.

 

Chi genera l'hype? I giocatori in primis, seguiti dalle software house e poi dagli outlet, principalmente anglosassoni, merito anche di politiche poco trasparenti (eventi PR, "embarghi", "review event", e via di seguito). Prendersela con i franchise ormai non ha senso - a meno di disastri epocali vendono a prescindere di quello che viene detto o scritto, e al massimo si puo' parlare di "stanchezza" (in senso commerciale) del brand.  Per il resto, a causa dell'elevata partigianeria dell'utenza (Internet docet), ogni titolo viene subito sparato ai limiti dell'impossibile.

Per fare un esempio pratico: il sottoscritto su altri forum (anglofoni) traduce regolarmente dal Giapponese articoli di certe riviste relativi a certi giochi (e non lo faccio qua semplicemetne perche' non c'e' nessuno interessato). Ogni volta che viene rivelato qualcosa di nuovo l'hype parte a mille, senza alcun significato, senza sapere gli effetti pratici. Il problema e' che spesso e volentieri queste "nuove caratteristiche" non funzionano per niente. Non a caso cio' che riporto e' scritto nel modo piu' impersonale possibile, per evitare possibili problemi.

 

Detto questo, sembrerebbe che la colpa e' solo dell'utenza come descritto nell'articolo, ma le cose non stanno cosi'. Fare un articolo solo sull'utenza e' solo evidenziare una piccola parte del problema.

Le software house ovviamente giocano sull'hype, sul PR, ecc. e tendono a fare il piu' possibile per massimizzare i preoridini, anche se recentemente si e' visto come questo comportamento provochi solo disastri di PR (AC: Unity e il ridicolo embargo imposto, al di la' dei bug e delle fesserie dette sul multiplayer). Fa parte del loro lavoro, anche se i mezzi a volte paiono un po' troppo sul limite del legale. In altri casi il PR danneggia il lucro futuro in maniera piu' o meno marcata a seconda dei casi (Destiny, Diablo 3).

 

E qui veniamo all'ultimo punto, la stampa. Precisiamo subito che non si parla di "connivenza" o di voti comprati come purtroppo qualcuno tende a dire quando il gioco XYZ prende 7 invece che 100000000000000000. Diciamo che c'e' un'accettazione "passiva" di metodi che la mettono in posizione di svantaggio: l'"obbligo" di andare ad eventi PR, embarghi fatti apposta per impedire recensioni tempestive, filmati finiti (Aliens: Colonial Marines) e via dicendo. Poi le recensioni seguono il loro corso, ma il materiale "filtrato" in questo modo danneggia l'aspetto critico. AC: Unity e' un esempio eclatante: gioco mediocre, ma l'effetto delle recensioni e' stato neutralizzato dall'embargo. Soluzioni facili non ne esistono. Come "non preordinate piu'" non e' una soluzione realistica, perche', a dirla tutta, chi legge articoli di questo genere e' sempre in minoranza rispetto ad una preview o una recensione.



#28
ZONATAR

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Beh, come qualcuno ha già scritto, soltanto acqua calda, tutti lo sanno e tutti continuano a fare sempre le stesse scelte.

 

Mi sono trovato x caso a fare acquisti da gamestop nel giorno dell'uscita di fifa 15, un casino dellammadonna!

 

2 casse solo x quello, fila di almeno 20 persone, tutte TUTTE con le loro copie già preordinate di fifa15, ps3, ps4, xbox1, xbox360, di tutti i tipi!

 

E la cosa buffa, era che la gente sborsava come se non ci fosse un domani, o come se non ci pensasse, è stata bellissima una vendita:

 

- ho preordinato fifa, ho già speso "tot" soldi

- ok, te lo vado a prendere, ecco qua, ci vuoi fare la garanzia che anche se arriva godzilla e te lo rompe, te lo cambiamo?

- sisi

- ok, vuoi anche quest'assicurazione che se il gioco non ti piace ce lo riporti e te lo cambiamo?

- sisi

- ok allora sono 89 euro

- MA COME? non ti avevo già dato l'acconto???

- si ma il prezzo del gioco, meno l'acconto + le assicurazioni, viene 89 euro

- ah ok...

 

 

Assurdo...

 

 

X non parlare di gta5, che, ok, è un bel gioco, ma è normale pagarlo 70 euro sulla ps4 o x1???!?!?!



#29
Kerift

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Premetto che l'articolo è scritto bene ed è anche fin troppo chiaro ma purtroppo mi sembra che qui si sia un pò perso di vista il punto reale della situazione.

Se è vero che il pubblico decide cosa comprare, è anche vero che la stampa dovrebbe guidare il consumatore verso una giusta direzione.

Non voglio tirare in ballo i soliti discorsi sui voti ma vi ricordo che avete, col senno di poi, consigliato giochi che al tempo avevate letteralmente stroncato e, come giustificazione, avete detto che la redazione è composta da varie persone ed è giusto che ognuno esprima la sua opinione.Se mi permettete è un discorso senza senso perchè cosi non avete fatto altro che confondere l'utente.

 

Un gioco come Unity non può prendere oggettivamente 8,5;non basta l'architettura o farsi il culo tanto se poi lo rilasci sul mercato in condizioni pietose e di esempi così ce ne sarebbero a dozzine.Purtroppo quel numero peserà sempre anche se avete scritto una recensione coi fiocchi.

Mi dispiace ma questo è puntare il dito sulla classica e perenne utenza media che avete contribuito a rafforzare.

 

Concludo dicendo che come giocatore mi sono sentito preso in causa e ho sentito il diritto di esprimere la mia opinione.Rispetto il vostro lavoro e spero la passione che ci mettete ma accusare TUTTO il pubblico è una delle mosse più sbagliate.il giocatore vero può sopravvivere senza la stampa e senza i preorder.






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