#1
Inviato 17 December 2013 - 11:16 AM
Videogiochi che parlano di Videogiochi: cosa succede quando il nostro medium si guarda dentro?
Come qualsiasi altro linguaggio, anche quello del videogioco prende forma attraverso l'uso che, codificandosi in norme e regole, sviluppa un proprio sistema di comunicazione. Persino i videogame hanno quindi una loro "grammatica", che crea generi e modalità d'interazione ben definite, e che scolpisce insomma le meccaniche su cui i game designer costruiscono il gameplay.Negli ultimi anni, nel sottobosco delle piccole compagnie indipendenti che riescono con più facilità a mantenere un controllo autoriale sul proprio lavoro, si respira però sempre più intensamente il fermentare di idee nuove, l'entusiasmo di sperimentare strade non battute con più coscienza e ambizione rispetto al periodo "anarchico" a cavallo tra gli anni ottanta e novanta. Con un parallelo un po' ardito, si potrebbe pensare che il videogioco stia vivendo un momento di effervescenza analogo a quello in cui, all'inizio del secolo scorso, esponenti della scuola "formalista" come Tynjanov e Ejchenbaum o uno psicologo come Rudolf Arnheim erano impegnati nell'elaborare teorie che delineassero quello "specifico" filmico capace di sollevare il cinema dalla condizione di subalternità che gli veniva attribuita rispetto a "più prestigiose discipline". Così anche nell'ambito del videogioco (pur senza il supporto di grandi studiosi e scuole critiche) si compiono i primi, timidi passi in direzione di una disamina di quelle caratteristiche che lo determinano e lo distinguono da altre forme espressive. E' insomma la nostra generazione che ha la fortuna di poter assistere ai primi vagiti di un nuovo linguaggio espressivo: la ricerca semiotica applicata al mezzo videoludico (territorio -dal punto di vista degli studi accademici- ancora quasi del tutto inesplorato) presto o tardi condurrà ad una nuova e diffusa percezione delle reali potenzialità di questo giovanissimo (e ancora acerbo) medium.Le frequenti sortite nei territori del metagame a cui abbiamo assistito in recenti titoli come The Stanley Parable e BioShock Infinite dimostrano un coscienza radicata, da parte di alcuni sviluppatori, dell'esistenza d'una retorica ludica ormai abbastanza matura da poter essere svelata, smontata e, infine, esibita.
Leggi l'articolo completo: Metagame - SPECIALE (Multi)
#5
Inviato 17 December 2013 - 12:55 PM
Posso sapere lo narrativo set-up/pay-off di che tratta? Articolo veramente bello comunque.
Grazie per il complimento e per la domanda.
Per set-up/pay-off s'intende una tecnica narrativa (usata per lo più nella stesura di sceneggiature cinematografiche) in cui l'autore mostra allo spettatore dettagli all'inizio apparentemente insignificanti (set-up) che acquisteranno rilievo più tardi nello sviluppo dell'intreccio (pay-off).
Attenzione Spoiler
Su The Stanley Parable questa tecnica è utlizzata per fini parodici (dal momento che non c'è nessun pay-off): mi riferisco all'episodio della pianta che il narratore invita ad osservare con attenzione.
#8
Inviato 17 December 2013 - 03:55 PM
Strano che non sia stato citato Black Flag, tutto sommato l'espediente narrativo di Ubisoft nelle sezioni in epoca moderna è, se non altro, "particolare"...
Come ho scritto sull'articolo la lista dei giochi citati non ha alcuna pretesa d'essere esaustiva, l'obiettivo era innanzitutto quello d'evidenziare un atteggiamento diffuso nel mondo dei videogiochi (così come negli altri media: cinema, letteratura, teatro). In ogni caso la tua è un'osservazione estremamente pertinente che fornisce un nuovo importante spunto di riflessione. La sezione di Black Flag ambientata nel presente si può perfettamente ascrivere al metagioco. Il titolo Ubisoft ridimensiona però la portata di un tale approccio (probabilmente per non distruggere del tutto il processo di sospensine dell'incredulità e per ragioni di coerenza interni alla serie) dal momento che i videogiochi prodotti dall'abstergo entertainment sono pur sempre creati da "ricordi genetici", dunque ricondotti al contesto diegetico della saga.
#9
Inviato 17 December 2013 - 06:47 PM
Articolo veramente stupendo, era tanto che aspettavo che qualcuno ne facesse uno del genere posso chiedere come mai non vengono citati altri esempi molto "illustri", come Suda51 (che è praticamente il metavideogioco fatto game designer) o Valve (mi riferisco a Portal e seguito)? Capisco che la lista non dovesse essere esaustiva, però questi due esempi personalmente li avrei messi. Questo commento NON è una critica a un ottimo lavoro, sia chiaro.
#11
Inviato 17 December 2013 - 08:14 PM
L'articolo voleva concentrarsi soprattutto sul fenomeno più che sui singoli titoli. I videogiochi presi in considerazione sono stati scelti soprattutto allo scopo di definire i tratti essenziali del metageme. Devo comunque ammettere che Suda51 avrebbe probabilmente meritato una menzione. Ringrazio dunque Dead Man's Chest per aver contribuito ad ampliare la discussione.
Zack33 ha invece opportunamente citato "linear RPG", un pregevole esperimento ludico che appartiene alla (per lo più ingiustamente) bistrattata categoria dei Flesh game e che anch'io ho trovato estremamente interessante.
Zack33 ha invece opportunamente citato "linear RPG", un pregevole esperimento ludico che appartiene alla (per lo più ingiustamente) bistrattata categoria dei Flesh game e che anch'io ho trovato estremamente interessante.
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