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Chernobyl Diaries - La Mutazione (2012) [rece: 6]di Bradley Parker con Ingrid Bolsø Berdal, Dimitri Diatchenko
Started By Cinematografo, 20 June 2012 12:16 PM
#1
Inviato 20 June 2012 - 12:16 PM
Oren Peli torna a colpire con un horror ambientato nei luoghi del disastro di Chernobyl
26 aprile 1986: durante una regolare operazione di manutenzione alla centrale nucleare ucraina V.I. Lenin (impropriamente conosciuta come centrale nucleare di Černobyl') avviene un disgraziato imprevisto, tra i più noti del 20esimo secolo: il reattore numero 4 si scoperchiò a causa dell'eccessiva (e incredibile, per far saltare in aria un disco di copertura saldato del peso di 1000 tonnellate) pressione causata da un surriscaldamento eccessivo, che portò addirittura alla scissione in idrogeno e ossigeno dell'acqua di raffreddamento presente nei condotti di refrigeramento. Per ironia della sorte, qualcosa andò storto proprio durante un controllo di 'sicurezza', dunque, portando ad un violento incendio all'interno del reattore e alla liberazione di una nube tossica sull'area circostante, dispersasi poi tramite le correnti aeree su buona parte dell'Europa. Le conseguenze furono letali, e si riscontrano ancora oggi: nei paesi dell'Est si sono riscontrati centinaia di casi di tumori e leucemie derivate dagli effetti nefasti di questo terribile evento negli anni successivi, anche in paesi relativamente lontani dall'accadimento. Si può solo immaginare quel che successe alle zone immediatamente limitrofe alla centrale, abbandonate in fretta e furia dalla popolazione locale. Parliamo, in particolare, della stessa Černobyl' e di Pripjat', cittadina all'avanguardia e in realtà la più vicina (solo tre chilometri) al luogo del disastro. Quasi 50000 persone evacuate nell'arco di un giorno, lasciandosi dietro ogni cosa. Le proporzioni del disastro non erano inizialmente chiare, tanto da pensare che dopo un'iniziale bonifica si sarebbe potuti tornare ad abitare quelle zone che invece, per motivi di sicurezza, resteranno disabitate per almeno altri cinque secoli. Pripjat' è così diventata una città fantasma, letteralmente disabitata e inquietante nel suo abbandono. Questo scenario post-apocalittico ha ispirato sia l'indignazione che la fantasia di molti giornalisti, fotografi e scrittori, che ne hanno tratto un forte monito all'umanità sui pericoli del nucleare; e allo stesso tempo, ha fornito da spunto anche per prodotti di fantasia e intrattenimento, pur nella complessità dei temi trattati. Si guardi ad esempio la scena relativa in Transformers 3, o le atmosfere di alcuni videogiochi, tra cui in particolare quelli della serie S.T.A.L.K.E.R.
Leggi l'articolo completo: Chernobyl Diaries - La Mutazione - RECENSIONE (Cinema)
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#7
Inviato 21 June 2012 - 11:01 PM
Il 26 aprile 1986 il reattore 4 della centrale nucleare V.I. Lenin, a 3 km dalla città ucraina di Pripjat, ebbe un collasso e la successiva esplosione causò una fuoriuscita di radiazioni su tutta la zona circostante per diversi kilometri. Come se non bastasse, ventisei anno dopo, nella stessa zona, viene a fare visita un gruppo di urlanti e esaltati ragazzotti americani. L'incubo ha quindi una seconda parte.
Scherzi a parte, Chris con fidanzata e amica, se la spassa per tutte le capitali europee. Ultima metà è Kiev, dove risiede il fratello, Paul, e Mosca. Il fratello scapestrato però ha in progetto un pò di turismo estremo, ovvero farsi un giretto nella deserta e non del tutto sicura Pripjat, con tanto di guida. A loro si aggregano anche un altra coppia di americani. Tutto sembra filare liscio tra fotografie, risate e urletti, ma tornati al furgone per tornare in città, scoprono che qualcosa o qualcuno ha tagliato i fili del motorino d'avviamento e la notte sta per calare.
Ambientare un survival horror a Chernobyl e dintorni vuol dire voler vincere facile. Già in passato film e molti videogiochi ne hanno sfruttato il fascino e la pericolosità portandocela comodamente a casa nostra. E chissà quante persone si avvicineranno a questa pellicola solo per questa idea così cancerogena. Forse il buon Oren Peli (il creatore della saga Paranormal activity con un 4 dietro l'angolo), in veste di sceneggiatore qui, ha pensato quindi di non calcare troppo la mano, di non esagerare e fare perciò qualcosa di molto semplice.
Da una parte lo apprezzo moltissimo...
http://filmbusterds....tazione-di.html
Scherzi a parte, Chris con fidanzata e amica, se la spassa per tutte le capitali europee. Ultima metà è Kiev, dove risiede il fratello, Paul, e Mosca. Il fratello scapestrato però ha in progetto un pò di turismo estremo, ovvero farsi un giretto nella deserta e non del tutto sicura Pripjat, con tanto di guida. A loro si aggregano anche un altra coppia di americani. Tutto sembra filare liscio tra fotografie, risate e urletti, ma tornati al furgone per tornare in città, scoprono che qualcosa o qualcuno ha tagliato i fili del motorino d'avviamento e la notte sta per calare.
Ambientare un survival horror a Chernobyl e dintorni vuol dire voler vincere facile. Già in passato film e molti videogiochi ne hanno sfruttato il fascino e la pericolosità portandocela comodamente a casa nostra. E chissà quante persone si avvicineranno a questa pellicola solo per questa idea così cancerogena. Forse il buon Oren Peli (il creatore della saga Paranormal activity con un 4 dietro l'angolo), in veste di sceneggiatore qui, ha pensato quindi di non calcare troppo la mano, di non esagerare e fare perciò qualcosa di molto semplice.
Da una parte lo apprezzo moltissimo...
http://filmbusterds....tazione-di.html
#8
Inviato 27 June 2012 - 08:23 AM
pensavo meglio. a parte il discutibilissimo finale, è troppo oscuro, e più che misterioso rimane un film incompiuto. basato sulla paura dei protagonisti ma diavolo, qualunque horror dovrebbe spiegare un pò della natura della minaccia: in questo nulla di tutto ciò. peccato... e dire che la saga di paranormal activity mi è piaciuta tantissimo...
#11
Inviato 29 June 2012 - 05:14 PM
Per me è troppo insensato in alcune parti tipo questa: ANDIAMO A CHERNOBYL . Che idea della minchia è????!!!!!!?!?!
è la realtà
da alcuni anni esiste un turismo che porta le persone a visitare Chernobyl e dintorni
ci andrei volentieri pure io in tutta onestà
basta non toccare ferraglia arruginita...
Modificata da autechre, 29 June 2012 - 05:16 PM.
#14
Inviato 06 July 2012 - 03:27 PM
Grandissima prova di Oren Peli che dopo Paranormal Activity riesce a produrre un prodotto in cui questa volta non ci
si limita alla sola tensione ma si sfocia nella costruzione di un contesto d'ambientazione magnifico che la amplifica a dismisura.
Il film inizia molto bene quasi fosse un documentario votato a riporre l'accento su una vecchia tragedia di cui è sempre
importante fare memoria,e le immagini con una regia molto silenziosa sono sicuramente d'effetto. Il lento giro nella città
devastata, il silenzio, i continui rimandi verbali della guida a locazioni che una volta brulicavano di vita fanno vivere per
intero una sensazione di tragico rispetto. Immersi in questo documentario quasi ci si scorda di essere venuti in sala per
vedere un film horror, e si potrebbe benissimo continuare su questo filone,tanto l'ambientazione risulta interessante
e straniante.
Ma ecco che qualche rumore di troppo improvvisamente sopraggiunge e le antenne dello spettarore iniziano a drizzarsi. Da li il film è
un continuo lento, ma mai troppo lento, crescendo. Tra attese al buio e sequenze di giorno in cui i nostri malcapitati
protagonisti saranno costretti a penetrare in oscure camere, l'atmosfera si fa davvero pesante e disperata.
Peli dimostra sempre di più di saper gestire perfettamente quello che nell'horror la fa da padrone. L'attesa. Mai protratta
e esageratamente fine a se stessa (non è Quel tipo di film) riesce a dare quel valore in più alle scene poi d'effetto del film,
e fusa con la splendida ambientazione crea nello spettatore un senso di smarrimento e di constante pericolo che fa stringere
la sedia del cinema in cerca di sicurezza.
Il finale ha una accellerata che ovviamente fa scemare questa atmosfera ma comunque non ha eccessivi cambi di stile, rimane sobrio
non scade nel caos scenico, e concede sempre poco all'occhio facendo leva piu su quello che non si vede e quello da cui si è inseguiti.
Il film funziona benissimo, sfruttando il genere horror come strumento di denuncia. Denuncia per il traffico nero degli oggetti
radiottativi che popolano la zona, in attesa di un incoscio acquirente che ne faccia le spese economiche e fisiche. Denuncia per
queste improvvisate gite che il film sitgmatizza nella tortura dei personaggi. Mai affrontare la natura, quando decide di riprendesi
ciò che è suo.
si limita alla sola tensione ma si sfocia nella costruzione di un contesto d'ambientazione magnifico che la amplifica a dismisura.
Il film inizia molto bene quasi fosse un documentario votato a riporre l'accento su una vecchia tragedia di cui è sempre
importante fare memoria,e le immagini con una regia molto silenziosa sono sicuramente d'effetto. Il lento giro nella città
devastata, il silenzio, i continui rimandi verbali della guida a locazioni che una volta brulicavano di vita fanno vivere per
intero una sensazione di tragico rispetto. Immersi in questo documentario quasi ci si scorda di essere venuti in sala per
vedere un film horror, e si potrebbe benissimo continuare su questo filone,tanto l'ambientazione risulta interessante
e straniante.
Ma ecco che qualche rumore di troppo improvvisamente sopraggiunge e le antenne dello spettarore iniziano a drizzarsi. Da li il film è
un continuo lento, ma mai troppo lento, crescendo. Tra attese al buio e sequenze di giorno in cui i nostri malcapitati
protagonisti saranno costretti a penetrare in oscure camere, l'atmosfera si fa davvero pesante e disperata.
Peli dimostra sempre di più di saper gestire perfettamente quello che nell'horror la fa da padrone. L'attesa. Mai protratta
e esageratamente fine a se stessa (non è Quel tipo di film) riesce a dare quel valore in più alle scene poi d'effetto del film,
e fusa con la splendida ambientazione crea nello spettatore un senso di smarrimento e di constante pericolo che fa stringere
la sedia del cinema in cerca di sicurezza.
Il finale ha una accellerata che ovviamente fa scemare questa atmosfera ma comunque non ha eccessivi cambi di stile, rimane sobrio
non scade nel caos scenico, e concede sempre poco all'occhio facendo leva piu su quello che non si vede e quello da cui si è inseguiti.
Il film funziona benissimo, sfruttando il genere horror come strumento di denuncia. Denuncia per il traffico nero degli oggetti
radiottativi che popolano la zona, in attesa di un incoscio acquirente che ne faccia le spese economiche e fisiche. Denuncia per
queste improvvisate gite che il film sitgmatizza nella tortura dei personaggi. Mai affrontare la natura, quando decide di riprendesi
ciò che è suo.
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