Sì, stavo appunto per integrare: Non ho capito male, qui si parla di statistiche software e non di hardware, ma il nesso?
Se lasciamo da parte l'oceano di periferiche che hanno drivers propri fin dove supportate, l'hardware è talmente standardizzato (per la stragrande maggioranza degli utenti di PC desktop casalinghi anche la scheda audio e di rete sono o si lasciano quelle integrate) che ho come la netta impressione che sia diventato un'ecosistema di sviluppo molto più omogeneo del settore mobile, che conta 4 ceppi principali di sistemi operativi di alto profilo più le varie derivazioni nella magior parte dei casi compatibili con lo stesso software (o apps, come piace chiamarle oggi), e c'è di più: Mentre da almeno il 1981 tutti i computer sono basati su architettura X86, il settore mobile si divide tra X86* e ARM.
* Come l'ASUS Zenfone 2 (modello di punta), che ha un SoC basato su Intel Atom che distrugge qualsiasi netbook con Atom venduto tra il 2008 e il 2011 (poi per fortuna quelle schifezze si sono levate di torno) ma con un assorbimento energetico di una ventina di volte inferiore, e ad una frequenza di 2,3GHz, quando anche la versione ad 1,6GHz è comunque molto più veloce dei vecchi processori per portatile. Sarebbe anche banale se fosse un confronto PC-PC a distanza di anni, progresso che comunque non c'è stato, ma essendo un confronto PC-telefono è sorprendente.
Se la Legge di Moore fosse applicabile a prescindere da qualsiasi contesto, anche gli incrementi in termini di performance*watt del settore mobile dovrebbero subire una forte battuta d'arresto o avrebbero già dovuto cessare di essere quasi il doppio con ogni nuovo modello, o almeno sulla carta, mentre con il settore X86 tradizionale la menano da oramai non so più quanti anni che è troppo difficile, che è troppo costoso, che non ne vale la pena (tra le righe).
Ponendo che Direct X12 arriverà in ritardi di comunque troppi anni, su PC i developers potrebbero anche essere motivati a sviluppare in presenza di questo ristagno (l'hardware e le API hanno molto più tempo per essere studiate e la loro applicazione consolidata), ma ci sono gli ostacoli che pongono gli investitori: Tempo e soldi.
Questi ultimi, mi verrebbe da dire, tralasciando questi lati tecnici per loro sicuramente di poca importanza (come l'ecosistema enormemente più omogeneo rispetto al passato) danno l'idea di essere poco avidi, perché potrebbero realizzare economie di scala ed extraprofitti su più fronti, ma se dovessimo indovinare, diremmo che non sono al corrente di questa nuova possibilità.
Per concludere, quell'articolo-pagliacciata di Eurogamer ha messo a nudo una delle più grandi paure di questi gruppi di investitori: La necessità di servizi-post vendita massicci per assistere clienti che, loro malgrado, pensavano che non servisse tener conto di poi così tante cose quando si acquista un prodotto.