Si che poi il succo è "muoviti sempre per sopravvivere". Quelli hanno sentito il rumore del cane e avranno giustamente pensato che c'erano degli uomini al seguito. La missione principale del padre è di non mettere mai in pericolo il figlio. Ecco spiegato perchè hanno abbandonato il rifugio.
Per quanto riguarda la fine, considerato lo strazio che il regista trasmette allo spettatore dall'inizio alla fine, il lieto fine l'ho gradito molto.
Nel libro(che comunque consiglio tantissimo,è ancora più empatico del film,)la fine è identica a quella del film,ma dopo c'è un discorso strano di poche righe che non ho capito per niente...mi sreco a trascriverlo così magari voi ci capite qualcosa e melo dite....non metto lo spoiler,perchè non c'è niente di spolier.
Una volta nei torrrenti di montagna c'erano i salmerini. Li potevi vedere fermi nell'acqua ambrata con la punta bianca delle pinne che ondeggiava piano nella corrente. Li prendevi in mano ed odoravano di muschi. Erano lucenti e forti e si torcevano su se stessi. Sul dorso avevano dei disegni a vermicelli che erano mappe del mondo in divenire. Di una cosa che non si poteva rimettere a posto. Che non si poteva riaggiustare. Nelle forre dove vivevano ogni cosa era più antica dell'uomo, e vibrava di mistero.
Nel libro(che comunque consiglio tantissimo,è ancora più empatico del film,)la fine è identica a quella del film,ma dopo c'è un discorso strano di poche righe che non ho capito per niente...mi sreco a trascriverlo così magari voi ci capite qualcosa e melo dite....non metto lo spoiler,perchè non c'è niente di spolier.
Una volta nei torrrenti di montagna c'erano i salmerini. Li potevi vedere fermi nell'acqua ambrata con la punta bianca delle pinne che ondeggiava piano nella corrente. Li prendevi in mano ed odoravano di muschi. Erano lucenti e forti e si torcevano su se stessi. Sul dorso avevano dei disegni a vermicelli che erano mappe del mondo in divenire. Di una cosa che non si poteva rimettere a posto. Che non si poteva riaggiustare. Nelle forre dove vivevano ogni cosa era più antica dell'uomo, e vibrava di mistero.
.........EH?
Il tempo imperfetto potrebbe indicare un ricordo (dell'io autoriale o forse di un soggetto del romanzo), i salmerini sono appunto ridordati con evidente nostalgia, viene sottolineato l'unicità e l'impossibilità di riprodurre, oppure riaggiustare come fosse una macchina, lo spettacolo della vita ormai scomparsa, vita che avrebbe creato il "mondo a venire". Con la frase finale possiamo leggere forse una critica all'uomo e alla distruzione che ha portato (non è data sapere la consapevolezza di quest'ultimo), i salmerini divengono più antichi dell'uomo per proprietà transitiva date dalle forre dove "ogni cosa era più antica dell'uomo", sconsolato e privo di speranza il reiterato uso dell'imperfetto "e vibrava di mistero".
visto proprio ora.. indubbiamente un gran bel film con una ambientazione da Oscar.. però, il film sembra non proseguire mai, non c'è una vera e propria evoluzione.. viaggio era all'inizio, e viaggio è alla fine.. mi sarei aspettato un lieve cambio di direzione
inoltre il finale l'ho trovato troppo forzato
Spoiler
perchè diavolo una famigliuola dovrebbe seguire tutto il tempo un uomo con suo figlio.. tra l'altro mettendosi successivamente a carico un altra bocca da sfamare.. voglia di complicarsi la vita? lo trovo un po incongruente
cmq sia il mio voto è un 8,5 per l'immedesimazione che è riuscito a scaturirmi
Spoiler
durante la scena della riserva di uomini da mangiare sotto lo sgabuzzino, ci son rimasto di un male e angoscia, sensazioni che davvero con pochi film ho provato
Modificata da AkaneTakibana, 27 June 2010 - 10:19 PM.
Finalmente sono riuscito a vederlo, dai commenti letti ero galvanizzato e tanto la realizzazione, quanto la recitazione in effetti centrano in pieno l'obiettivo.
La prima riesce a rendere percepibile in prima persona l'agonia di un pianeta sfiancato dall'idiozia di pochi, per la sofferenza di molti. La seconda regge senza esitazioni lo svolgersi degli eventi: Mortensen ovviamente, ma anche il bambino, Duvall (encroyable! : D), la Theron, Pearce e perfino i ruoli secondari ( i cannibali, bestiali; il ladro... empatia portami via, la coppia armata di arco, credo di aver citato tutto il cast, sono quattro gatti alla fin fine : D) alimentano con prestazioni assolutamente autentiche, sentite, sofferte, l'ammorbante cappa di pessimismo e sfiducia verso la specie umana che permea incessantemente il viaggio di padre e figlio.
Un successo su tutta la linea dunque? Direi purtroppo di no e se messa in opera e prestazioni del cast brillano di luce propria, altrettanto non si può dire della sceneggiatura. Non avendo avuto (ancora? quasi-quasi : P) occasione di leggere l'opera originaria, non posso che limitarmi a considerare The Road nella sua declinazione cinematografica ed in quest'ottica è impossibile non ravvisare una sorta di disonestà intellettuale da parte del regista (o addirittura dello scrittore? boh : P) nell' indagare tematiche indubbiamente scomode, senza però avere il coraggio di andare fino in fondo. E' quel genere di cose che, personalmente, odio...
Come altro interpretare ,altrimenti, le seguenti tappe del viaggio?
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-L'abbandono della famiglia da parte della madre in stile "alone in the dark"? Un po' troppo gratuita, fumosa e inconcludente come uscita di scena... mi è giunto inoltre all'orecchio che in origine questo personaggio era solo vagamente tratteggiato, senza entrare a far parte direttamente della vicenda. Hillcot in altre parole avrebbe fatto molto meglio a seguire pedissequamente le direttive del libro, ma probabilmente l'agente della Theron non era dello stesso avviso, vabbè :__D. Maldestro. -La sequenza del ladro. S-t-u-p-e-n-d-a... se non fosse stato per l'epilogo politically correct. Un'idiozia completa e pure cross-mediale :__D : verso il ladro (già bello che cotto a puntino al momento in cui la coppia restituisce i lmaltolto), verso sé stessi (che spreco!), verso lo spettatore (caduta di palle collettiva). Coitus interruptus. -L'improbabile fuga dalla casa dei cannibali grazie al diversivo fortuito della "riserva di carne impazzita". Lasciamole a Bay certe trovate estemporanee e no, non credo di esagerare dato che questo passaggio risaltava (in negativo) come un faro nella notte. MEH. -La dipartita del padre. Qui, al contrario, troppo poco pathos! Il regista è riuscito nell'impresa impossibile di alienare completamente lo spettatore rispetto alla sorte del protagonista. Cosa che proprio non mi spiego, visto che per un buon tre quarti della pellicola sono stato in costante apprensione per il buon Viggo. BOH. -La coppietta madre-figlia in Prada che corre per colline verdi. WTF. -Il finale, of course. Ecco... questo mi ha fatto davvero male, ma in accezione dispregiativa. : (
Dovrebbe essere tutto. Vado a concludere. In linea generale mi è piaciuto, con una prima metà praticamente perfetta, peccato che sia mancata una direzione illuminata, che badasse poco o nulla ai dogmi hollywoodiani non scritti. La giusta via sarebbe stata quella precedentemente tracciata dal terribile, ma indimenticabile "Una tomba per le Lucciole" che, incredibile dictu, è stato partorito nientemeno che dallo studio Ghibli. Coloro i quali abbiano avuto occasione di visionare tale capolavoro dell'animazione giapponese, proprio grazie a questa citazione, capiranno e (azzardo, in modestia) apprezzeranno la mia critica a The Road, dico male? : )
Spunti di discussione (eventualmente, per il pazzo che si soffermerà a leggere : 0) non mancano, per ora dunque mi fermo qua : ).
perchè diavolo una famigliuola dovrebbe seguire tutto il tempo un uomo con suo figlio.. tra l'altro mettendosi successivamente a carico un altra bocca da sfamare.. voglia di complicarsi la vita? lo trovo un po incongruente
Perché hanno il "fuoco". Ossia
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Credono ancora che qualcosa di buono, tra gli uomini, ci sia ancora e da dove ripartire se non dai bambini? Brutalmente: un'autentica, preziosissima, risorsa da preservare a qualsiasi costo. Il monologo onirico di Duvall credo sia illuminante in questo senso : ).
In fin dei conti non è nemmeno così malvagio come finale, resta però il fatto che secondo me stoni con le intenzionalità a tinte forti che l'autore sembrava intenzionato a perseguire, perlomeno inizialmente. E questo cambio in corso d'opera sì... che è incongruente : D.
ogni 2-3 pagine di discussione và ricordato,il libro è di cormac mccarthy ed è dedicato al figlio john francis mccarthy... L'autore ha avuto il figlio a circa 70 anni....questo libro è quindi una metafora dell'amore del padre verso il figlio...un'amore che,per forza delle cose,sarà difficile e durerà poco,ed il padre non avrà il tempo di trasmettere tutti i propri valori e morali al figlio...
Oprah Winfrey - Da dove nasce questo sogno apocalittico?
Cormac McCarthy - Beh, è interessante perché di solito non si sa da dove nasce un libro. C’è come una sorta di prurito che non si riesce a togliere. Circa quattro anni fa sono andato a El Paso con mio figlio John.
Oprah Winfrey - Ora lui ha otto anni?
Cormac McCarthy - Sì. Abbiamo preso una stanza nel vecchio albergo della città. Una notte, saranno state le due o le tre del mattino, mentre mio figlio dormiva, mi sono messo a guardare fuori dalla finestra e a osservare questa città: non si muoveva nulla e si sentiva in lontananza il solitario suono dei treni che arrivavano e ripartivano. Improvvisamente si è formata l’immagine di come potrebbe apparire questa città fra 50 o 100 cento anni.
Oprah Winfrey - Mmm …
Cormac McCarthy - Mi è venuta quest’immagine di fuochi sulle colline e di una distruzione assoluta, e ho iniziato a pensare al mio piccolo bambino. Così mi sono messo a scrivere qualche pagina e tutto è finito lì. Poi, circa quattro anni dopo, in Irlanda, una mattina mi sono svegliato e mi sono accorto che non erano semplicemente alcune pagine di appunti. Erano un libro. E questo libro parlava di quell’uomo e quel bambino.
Visto ieri sera il Blu-Ray, mi piacerebbe incollare un' opinione che ho postato anche in un altro sito:
Avrebbero potuto stupirci con effetti speciali. Avrebbero potuto turbarci con atti di cannibalismo estremo. Avrebbero potuto renderlo più appetibile al grande pubblico inserendo più scene d' azione. Avrebbero potuto, ma non l' hanno fatto, e per fortuna dico io. Coraggioso. E' il primo aggettivo che mi viene in mente, merita di essere visto, se non altro per l' impegno di uscire dai soliti canoni post-apocalisse a cui siamo stati abituati, tanto per citarne alcuni l' osceno 2012, Io Sono Leggenda (buono), The Day After Tomorrow e tanti altri.
Sicuramente The Road non è per tutti, chi si aspetta un action movie cerchi di guardare altrove, questo è un film molto introspettivo, che mostra l' anima dei protagonisti, li vede impegnati ad affrontare la dura lotta alla sopravvivenza senza troppi fronzoli, la realtà dura e cruda così come si presenta a partire dalle ambientazioni desolate che regalano un senso di disorientamento e vuoto totale. Nonostante questo sono convinto che avrebbero potuto fare di più per il potenziale che ha dimostrato. Un paio di elementi incisivi in più non avrebbero guastato poichè il vecchio Robert Duvall e Guy Pierce nel finale non aggiungono niente di importante alla trama e al risultato finale. Così come il viandante derubato, depredato e lasciato nudo in mezzo al nulla.
A proposito di interpreti, Viggo Mortensen si riconferma un ottimo attore che sicuramente meriterebbe più spazio, l' interpretazione del bambino è buona e verosimile, quello che mi sto ancora domandando è la presenza totalmente inutile di Charlize Theron, probabilmente inserita tra i protagonisti a scopo di marketing. Quando ho letto il suo nome come il primo della lista nella scheda del film mi aspettavo un ruolo fondamentale, invece è un elemento esclusivamente presente nei flashback, tra l' altro fastidioso, a quel punto avrebbero potuto dare spazio ad una qualsiasi attrice emergente. Rimango perplesso anche sulla prova di Guy Pierce, che praticamente si vede solo negli ultimi 4 minuti del film. Parlando del finale, non mi ha soddisfatto del tutto, mi è sembrata una scappatoia troppo semplice e non in linea con la drammaticità di tutto il racconto.
Detto questo reputo The Road un buon film che con qualche variazione sarebbe potuto essere decisamente una spanna sopra a tutti gli ultimi lavori inutili e senza senso proiettati in sala da un po' di tempo a questa parte.