. E pare ne stia preparando un'altro.
senza il pare
https://cinema.every...-set-54270.html
senza il pare
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a mio vedere ha preferito rivelare il suo vero e più grande peccato al suo( per quanto visto nel film) più grande amico.
può essere, ma a quel punto la confessione fatta con il prete non ha nessun valore...
posso capire se il protagonista fosse stato un 30enne con una bella vita, allora si il gesto sarebbe stato ammirevole.
ma vederlo fare da un 80enne con cancro e con un passato pieno di peccati... mi sembrava abbastanza scontato il finale...
non ho capito il significato della sua confessione 'corta'...
sono d'accordo anche se credo che la confessione oltre ad essere se vogliamo simbolica era anche indicata ad redimere i peccati piccoli o grandi che siano, fatti a discapito della moglie, per intenderci il bacio con un altra e il trascurare i figliQuella è stata una confessione puramente "simbolica",per accontentare la volontà della moglie defunta.
No,non sono d'accordo. Appunto perchè aveva un passato pieno di peccati,voleva redimersi con un gesto del genere per espiare tutte le sue colpe e salvare 2 innocenti che non meritavano di essere perseguitati.
Credo che senza quel sacrificio,i 2 ragazzi sarebbero stati tormentati a vita...o peggio ancora uccisi. E poi come hai detto tu,Walt aveva il cancro...quindi sarebbe morto comunque.
Modificata da mafaldao, 22 March 2009 - 02:54 AM.
L'ho visto ieri... Che dire, capolavoro assoluto! Un film che tutti dovrebbero vedere assolutamente, una lezione morale di altissimo livello... Il rovesciamento finale lascia totalmente spiazzato lo spettatore.. E' una sorta di catarsi rovesciata che non fa che diventare rispecchiamento.. Mi spiego meglio. Nel finale è inevitabile non parteggiare per Clint-Walt. Sperare che vada lì e spacchi il culo a tutti, per dirla con parole sue. Nei film hollywoodiani di stampo classico è sempre successo questo, alla fine i buoni trionfano e i cattivi vengono presi a sonori calci nel sedere, e tutti a casa gratificati per il trionfo del solito bene sul solito male. Come giustamente detto nella recensione, solo negli ultimi tempi si sono visti dei tentativi, peraltro ottimi, di distaccarsi nettamente dal cliché - vedi il già citato "Non è un paese per vecchi" dei Coen, al quale però mi sentirei di aggiungere "The departed" di Martin Scorsese. Entrambi i film però lasciano lo spettatore basito, in un territorio alieno e privo di speranza, dove solo il nichilismo più abietto sembra in grado trionfare. Clint invece va oltre, direi molto oltre, ed è qui che c'impone, a mio parere, la più alta delle lezioni morali di tutta la sua produzione cinematografica. Laddove lo spettatore si aspetta, come prima dicevo, la catarsi finale, col trionfo dei buoni sui cattivi, la soluzione invece è rovesciata in una maniera totalmente spiazzante e di rottura, tanto di rottura che lo sguardo dello spettatore si trova inevitabilmente a rimbalzare e rovesciarsi, tornare indietro e guardare a se stesso. Alla fine la soluzione sperata non è la migliore e la vendetta non ha senso. E per quanto uno possa considerare se stesso scevro da pregiudizi e dalla volontà di vendicarsi del male, lo sguardo che Clint ti fa indossare infine queste cose te le fa riconoscere dentro, e questo non è certo indolore. Perché Clint ti suggerisce che la vendetta è solo sangue che si aggiunge a sangue, odio che si somma a odio, in una catena ininterrotta che è la stessa che porta all'odio tra le persone, fossero solo i propri vicini di casa, e tra i popoli, fino alle guerre e alla volontà di annichilire il diverso da noi e chiunque consideriamo sbagliato. Mentre l'unica soluzione valida - e nel finale del film lo si ha nettamente di fronte agli occhi - resta soltanto quella proposta da Clint, in un totale rovesciamento della prospettiva. Per questo forse gli americani non lo hanno premiato per quel che meritava. Fa troppo male riconoscere in sé certi demòni. Film epocale.
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